Finalmente riusciamo a partire per l’Albania. Avevamo organizzato il viaggio e previsto di partire a maggio di quest’anno, ma le norme Covid in quel periodo non permettevano di spostarsi fuori dalla Comunità Europea e quindi optammo per la Slovenia.
In questo articolo
Partiamo sempre col nostro Floki (Sprinter 4×4 camperizzato da noi) a fine settembre, periodo perfetto perché in bassa stagione, lontano dalla calura estiva e quindi piacevole anche per Naima, la nostra compagna di viaggio a quattro zampe.
Giorno 0 – Traghetto per l’Albania
Prenotiamo la nave che fa la tratta Bari – Durazzo e scegliamo come compagnia GNV, perché in fase di prenotazione era l’unica ad avere le cabine accessibili agli animali. Arriviamo a Bari in serata, facciamo il check-in al porto, mangiamo qualcosa e raggiungiamo l’imbarco per Durazzo, dove controllano i nostri documenti e ci chiedono il Green Pass. L’attesa non è molto lunga, dopo una quarantina di minuti ci fanno salire sulla nave. Parcheggiato Floki nel garage, raggiungiamo la reception per fare il check-in e prendere la chiave della cabina. La nave lascia Bari alle 22 e raggiunge Durazzo l’indomani poco prima delle 9.
Se avete in programma di fare un viaggio in nave con il vostro cane, abituatelo fin da cucciolo alla museruola perché dovrà indossarla sempre negli spazi comuni della nave.
Giorno 1 – Parku Divjake
Sbarchiamo a Durazzo e passiamo la dogana. Prima di uscire dal porto assicuriamo Floki: la nostra compagnia assicurativa infatti non copre l’Albania, neanche facendo un’integrazione, quindi sapevamo che avremmo dovuto metterci in regola una volta giunti lì.
Quando uscite dalla Comunità Europea, controllate sempre se la vostra assicurazione copre il Paese in cui state andando.
Dopo aver assicurato Floki (circa €90 per 15 giorni), usciamo dal porto. Ci fermiamo nella città di Durazzo per cambiare i soldi (in Albania la moneta corrente è il Leke), acquistare una SIM per navigare su internet e fare una bella colazione. Ci rimettiamo in marcia e raggiungiamo la prima tappa del viaggio dopo un’ora e mezza di strada: Parku Divjake, un parco nazionale che costeggia l’Adriatico. Un luogo meraviglioso, super rilassante in questo periodo e con possibilità di fare diverse escursioni. Immancabile una visita alla laguna, una delle più grandi del Mediterraneo, dove è possibile ammirare tante specie animali, tra cui il fenicottero, il pellicano dalmatico e se siete fortunati anche la tartaruga marina caretta caretta. Decidiamo di passare la notte qui, sostando sulla spiaggia a pochi passi dal mare.
Giorno 2 – Valona
Prima tappa della giornata è il parco archeologico di Apollonia. Per il primo tratto di strada seguiamo una traccia in fuoristrada che avevamo precedentemente salvato sul nostro Garmin. La traccia parte dalla spiaggia in cui abbiamo dormito e costeggia la laguna del parco, permettendoci di tagliare tra le campagne ed evitare l’autostrada.
La strada è super fattibile con un camper 4X4, ma anche con uno 2X4 se non è eccessivamente lungo, perché in alcuni punti potreste rischiare di toccare lo sbalzo: bisogna attraversare la laguna attraverso dei ponti molto stretti e con accessi in pendenza (purtroppo non ho foto da mostrarvi). Con una macchina, invece, si fa tranquillamente. Ad ogni modo, valutate sempre il vostro grado di esperienza.
Dopo un’ora di fuoristrada, torniamo sull’asfalto e ci fermiamo per il pranzo lungo la strada. Arriviamo ad Apollonia nel primo pomeriggio e all’entrata del parco archeologico scopriamo che siamo capitati in una data a ingresso gratuito. L’area è molto bella, ben tenuta, e immersa in un contesto bucolico. Fondata nel 588 a.C., Apollonia ebbe il suo massimo splendore in epoca romana, tanto che Cicerone nelle sue Filippiche la definisce “magna urbs et gravis”, ovvero “città grande e importante”. All’interno si trova anche il nuovo museo, inaugurato nel 2011 e finanziato dall’UNESCO poiché quello vecchio venne saccheggiato dopo il crollo del regime comunista nel 1990.
Di nuovo in marcia, ora alla volta di Valona. Una città sul mare, mèta presa d’assalto durante l’estate ma completamente vuota in questo periodo. Passiamo la notte qui, nel Camping Cekodhima: ottima posizione, sul mare, con una piccola spiaggia privata a cui ci permettono di accedere anche con il cane, e dove assaggio le favolose Qofte, polpette fritte tipiche dell’Albania.
Giorno 3 – Himare
Partiamo in tarda mattinata per raggiungere Gjipe beach, una favolosa spiaggia che si trova all’interno di un canyon. La strada che da Valona porta a questa mèta attraversa il Parku Kombetar Logara. Percorriamo, quindi, questa via panoramica in alta quota e vediamo aprirsi intorno a noi dei paesaggi meravigliosi.
Giungiamo a Gjipe Beach e ci troviamo davanti un ampio parcheggio, da cui si può proseguire solo a piedi o con un 4X4. La strada è cosparsa di grandi massi, soprattutto all’inizio, ed è tutta in discesa, quindi decidiamo di non rischiare e lasciamo il camper nel parcheggio. Proseguiamo a piedi e raggiungiamo la spiaggia dopo 1,5 km. Gjipie beach è un incanto: nascosta nella gola e bagnata da un mare cristallino. Se praticate l’arrampicata, questa è una mèta imperdibile per voi climber!
La strada è completamente esposta a sole, quindi se andate con il vostro amico a quattro zampe evitate di percorrerla nelle ore calde.
Non potendo dormire su questa spiaggia, ci dirigiamo a Dhermi dove pensiamo di passare la notte; ma l’immensa quantità di rifiuti abbandonati che incontriamo vicino ai campeggi e al mare ci fa scappare via e decidiamo di proseguire oltre, verso sud. Dopo circa mezz’ora di viaggio, arriviamo in un’altra spiaggia: Himare, decisamente molto più accogliente della precedente! Purtroppo però gli unici due campeggi aperti sono al completo, così (avendo visto un altro camper parcheggiato lì davanti) chiediamo ai proprietari dello Scala Bungalow (una struttura ricettiva sul mare dotata di meravigliosi bungalow e un ottimo ristorante) se possiamo dormire nel loro parcheggio fronte spiaggia. Qui viene fuori tutta la splendida ospitalità degli albanesi: non solo ci danno la possibilità di passare la notte lì, ma ci mettono a disposizione anche i bagni! Per ricambiare questa generosità, ceniamo nel loro ristorante, che ricorderò come la migliore cena e il miglior ristorante di tutta l’Albania!
Giorno 4 – Ksamil
Risveglio in riva al mare e, dopo una bella nuotata mattutina, siamo pronti per una super colazione dai ragazzi dello Scala Bungalow. Salutiamo queste persone che sono state così ospitali e ci mettiamo in marcia. Dopo una ventina di minuti, scorgiamo dalla strada una bellissima caletta con un piccolo porto di pescatori. Scendiamo per questa stradina e parcheggiamo Floki. La strada non è altro che un piccolo istmo che collega la terraferma a un promontorio, sul quale si trova il Castello di Porto Palermo. Dopo la visita al Castello, non resistiamo alle acque cristalline di questa spiaggia che scopriamo chiamarsi Palermos Beach. Anche Naima si diverte e gioca in acqua, nessuno dei presenti sembra essere disturbato dalla sua presenza in spiaggia.
Ci rimettiamo in viaggio dopo pranzo, superiamo Saranda e raggiungiamo la penisola di Ksamil, dove ci fermiamo per la notte nel campeggio del Sunset Restaurant. Il posto è bellissimo, a picco sul mare, semplice e spartano ma con tutti i servizi necessari. Qui siamo a due passi dalla Grecia, infatti basta volgere lo sguardo verso il mare per vedere vicinissima una delle isole greche più famose: Corfù. Se volete raggiungerla ci sono diversi traghetti che partono dalla penisola di Ksamil.
Giorno 5 – Argirocastro
Proseguiamo il nostro viaggio sempre in direzione sud. Dopo pochissimi chilometri già ci fermiamo per la prima tappa della giornata: il parco archeologico di Butrinto. Si tratta di un bellissimo parco estremamente curato e ben tenuto che vi consiglio di visitare per i numerosi resti archeologici ben conservati (tra i quali il teatro di epoca greca e romana e un castello medievale), ma anche per le spettacolari vedute sul mare e sulla laguna di Butrinto. Il costo del biglietto intero è di 1000 leke (circa €8).
Qui siamo sull’estremità della penisola di Ksamil e per andare dall’altra parte bisogna attraversare il mare prendendo un traghetto; ma non un traghetto qualsiasi: si sale su una chiatta di legno trainata da un argano. Parte del legno utilizzato proviene dall’imbarcazione usata da Luigi Maria Ugolini, l’archeologo che scoprì Butrinto negli anni ’20. Un’esperienza davvero unica! Il tratto è assai breve e in cinque minuti si è già sull’altra sponda.
Ora la direzione è Siry y Kalter, conosciuto anche come The Blue Eye: una sorgente carsica, esplorata fino a 50 metri, la cui profondità reale è ancora sconosciuta. L’acqua che sgorga dalla sorgente non supera mai i 10°C, per cui se volete fare un bagno qui armatevi di tanto coraggio! La strada per arrivare è uno sterrato che conduce a un parcheggio a due passi dal Blue Eye, ma quando siamo andati noi la strada era chiusa per lavori, quindi abbiamo parcheggiato dove ci indicavano i cartelli e abbiamo proseguito a piedi per circa 2 km prima di raggiungere la sorgente. Il posto è davvero un piccolo paradiso, un’oasi verde; anche se temo che in estate sia super affollato, quindi vi consiglio di andare la mattina molto presto.
Di nuovo in marcia e dopo un’ora di curve raggiungiamo la città per me più bella che abbiamo visitato in Albania: Gjirokaster. Una splendida cittadina con un castello medievale che sovrasta la città sulla cima. Personalmente mi sono innamorata di Gjirokaster, del suo borgo, delle viuzze super curate, della vitalità di questa città, ricca di eventi e di serate speciali. Ceniamo qui, all’Edua Gjirokaster e dormiamo in libera lungo la strada che ci avvicina alla destinazione di domani.

Wanderluster, dog hiker, archeo lover, Vivere Outdoor addicted.